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Filone di Alessandria.

Filosofo ebreo ellenistico. Tra i massimi rappresentanti della scuola di Alessandria, che fu il punto d'incontro tra la cultura ellenistica e quella ebraica, è considerato uno dei più autentici e validi precursori di Plotino. Per dimostrare la sostanziale identità tra la filosofia greca, in particolare quella platonica, e la saggezza contenuta nel Vecchio Testamento, egli interpretò allegoricamente i testi biblici, presupponendo che i pensatori greci avessero conosciuto i libri sacri dell'ebraismo. Secondo F. di A., poiché Dio è assolutamente trascendente, si conosce meglio attraverso la sua negazione che attraverso l'affermazione (teologia negativa). L'uomo, che si pone come elemento intermedio tra l'intellegibile e il corporeo, può liberarsi, con la catarsi, di ciò che è impuro e offrirsi nudo, attraverso l'esperienza dell'estasi, all'azione divina. Dio è Bene, Potenza creatrice, Provvidenza, e il suo rapporto col mondo è reso possibile attraverso la mediazione della bontà, del potere, della provvidenza, ecc. F. di A. considera il Logos (Verbo) come la saggezza con la quale Dio ha creato e ordinato il mondo e, come tale, esso è il "figlio primogenito di Dio". Nell'uomo che è riuscito a pervenire alla saggezza, il Logos interiore è identico al Logos divino (fra il 30 e il 20 a.C. - 50 d.C.).